TRATTARE IL PAZIENTE, NON LA RISONANZA MAGNETICA!

Un interessante articolo pubblicato nel gennaio 2020 sul sito della National Library of Medicine - Pub Med Central (organismo governativo degli USA) ci spiega chiaramente come i risultati delle risonanze magnetiche (o di altri esami diagnostici) possano essere molto fuorvianti.

Studi scientifici hanno dimostrato che in risonanza magnetica tutti i giocatori professionisti di pallavolo presentano lesioni ed alterazioni di vario tipo a tendini ed altre strutture della spalla dominante, tennisti d'élite di 18 anni di età media hanno già anormalità dei dischi intervertebrali (degenerazioni o vere e proprie ernie)...eppure questi atleti giocano e non hanno nessun dolore!

Il paziente non deve quindi farsi prendere dal panico leggendo il referto della risonanza...e anche il fisioterapista non deve farsi ingannare.

Il fisioterapista deve ascoltare attentamente il paziente, che è il principale portatore della verità, l'unico che può descrivere il vero problema. Il fisioterapista può così formulare un'ipotesi che va confermata con un esame fisico (palpazione dei muscoli, test, ecc.).

La risonanza magnetica serve per supportare ulteriormente l'ipotesi.

Se la risonanza presenta un risultato inaspettato, al fisioterapista non resta che approfondire con altre domande  e con l'esame fisico per capire se veramente ciò che mostra la risonanza sia correlato al problema del paziente. Se la risonanza ci dà un reperto che non è correlabile al problema del paziente...allora non va considerato e non va trattato!

 

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