NATALE 2020 DI PANDEMIA... CONSIDERAZIONI SU SITUAZIONE PERSONALE, LAVORATIVA E COLLETTIVA

Attenzione: post piuttosto lungo e senza fronzoli...lettura consigliata solo ai coraggiosi che hanno tempo da perdere!

 

Che brutto questo Natale...fatto di distanze, incertezze, lacerazioni sociali.

 

Fino a neanche un anno fa andavamo veloci...troppo veloci...anestetizzati da un benessere che davamo per scontato; poi improvvisamente tutto è cambiato...ci siamo trovati di fronte ad una situazione inattesa a cui personalmente e collettivamente non eravamo preparati, nonostante certe cose siano periodicamente successe nella storia dell’umanità...ma purtroppo la memoria è corta e la storia non insegna.

Le relazioni familiari e sociali, il lavoro e i nostri stili di vita sono stati stravolti...abbiamo dovuto modificare tutte le nostre abitudini.

 

Durante il primo lockdown ho dovuto sospendere l’attività professionale...non perché fossi obbligato visto che le attività sanitarie sono rimaste sempre aperte, ma semplicemente perché non erano chiare le procedure su come lavorare in sicurezza e non erano reperibili i dispositivi necessari...trovare in negozio o su internet un litro di alcol per disinfettare o una confezione di mascherine era più improbabile di inciampare in una pepita d’oro da un chilo nel giardino di casa.

Eccomi quindi impaurito e rinchiuso tra le quattro mura domestiche...ma che gioia fare quattro passi tra i campi dietro casa...ho scoperto gelsi e fossati che neanche pensavo esistessero!...e poi quando ci hanno tolto anche i campi sapete che emozione l’uscita settimanale al supermercato...praticamente una festa organizzata e vissuta come un viaggio turistico intercontinentale!

Anche dalle situazioni negative bisogna però essere in grado di cogliere le occasioni positive. Per cominciare ho fatto i corsi di aggiornamento obbligatorio per il prossimo triennio e così mi sono tolto un pensiero...Ma più importante è stato il fatto di avere la possibilità, che mai più riavrò, di trascorrere tutto questo tempo in famiglia...con mio figlio. Riorganizzare il tempo insieme, giocare, vederlo crescere e cambiare...lo shock di cominciare il lockdown con un bambino e di ritrovarsi poi con un ragazzino che sta per i fatti suoi...ehh...così è la vita...niente rimane per sempre uguale…

 

Ci sono voluti due mesi per disporre di procedure chiare e dettagliate e di materiali necessari per il riavvio del lavoro in sicurezza. Come libero professionista mi sono potuto permettere il lusso di starmene al sicuro a casa fino a che non ho trovato mascherine, camici, disinfettanti, barriere di protezione...mentre i miei colleghi e gli altri professionisti sanitari che lavorano in ospedale, in casa di riposo o in altre strutture hanno dovuto continuare l’attività spesso in situazioni di rischio in cui l’unico premio era forse un “grazie”.

 

Pur utilizzando modalità e strumenti adeguati non si lavora con serenità. I triage, la vestizione, la pulizia, la disinfezione...hai sempre paura di dimenticarti qualcosa o di sbagliare. Vai avanti così per mesi e mesi ma non ti ci abitui mai...Vorresti buttare via quel plexiglass che ti divide dal paziente mentre ti racconta i suoi problemi...vorresti vedere le sua espressione preoccupata o il suo sorriso riconoscente dietro quella mascherina...vorresti che il lettino rimanesse di quel verde smeraldo brillante invece di diventare verde violaceo a forza di sfregare con l’alcol...vorresti toglierti di dosso quel sacco che ti fa fare una sauna non gradita. Beh...comunque adesso che è inverno mi fa piacere quel sacco addosso quando vado a fare fisioterapia a domicilio in una casa un po’ freschetta...almeno sto un po’ più caldo.

 

Eh già...è arrivato l’inverno...e nonostante tutto quanto accaduto a inizio anno pare che ci abbia colti ancora non ben preparati...come se non fosse qualcosa di prevedibile...e la seconda ondata si è rivelata più massiccia della prima.

 

Ho continuato ad attenermi scrupolosamente alle procedure di sicurezza, è capitata l’occasione per fare un tampone e così essere ancora più tranquillo, ho rifatto tampone di controllo...sempre tutto bene...fino al giorno in cui il virus è arrivato vicino. Per motivi precauzionali ho sospeso l’attività professionale, atto non dovuto legalmente perché ho avuto contatto non stretto con una persona che al momento non aveva sintomi e nemmeno fatto il tampone, ma ho colto che potesse essere a rischio…Ed ora eccomi qua...il virus è arrivato talmente vicino che mi ritrovo solo in casa...ma per fortuna sano...a fare il casalingo/badante per tutti i familiari in isolamento e in quarantena...a fare spese al supermercato, corse in farmacia, effettuare consegne alla porta che ormai potrebbero assumermi da BRT o GLS, fare telefonate a medici e a servizi sanitari oberati di lavoro…preoccupato della salute dei miei cari...con la paura che anche una situazione non grave possa purtroppo rapidamente deteriorarsi soprattutto per i più anziani...ma anche per quelli più giovani.

 

Di nuovo penso al lusso di essere libero professionista...di essere libero di decidere quale sia la cosa migliore per i miei Assistiti e per me. Quando ho abbandonato il lavoro da dipendente pubblico a tempo indeterminato per dedicarmi interamente alla libera professione qualcuno ha pensato fosse una sciocchezza lasciare il certo per l’incerto; ma oggi quanto mai, considerata l’organizzazione attuale dei servizi sanitari, penso che sia stata la scelta giusta.

La sanità non deve essere incentrata su indicatori di outcome e belle scartoffie ma su quello che materialmente si fa per aiutare i pazienti...e per far questo serve un numero adeguato di operatori. C’è una carenza cronica di personale. Negli ospedali e nelle case di riposo bisogna farsi in quattro per sopperire a grandi carichi di lavoro che diventano ancora maggiori se dei colleghi sono assenti per i più svariati motivi...e ciò non succede occasionalmente ma ordinariamente perché c’è sempre qualcuno assente per malattia, permesso, ferie, corso di aggiornamento, ecc. Il lavoro diventa così stressante, si rischia di sbagliare, si hanno alterazioni dell’umore.

In questi giorni ho provato personalmente come sia difficile trovare un numero di telefono libero per parlare con gli operatori dei servizi sanitari e ciò mi fa arrabbiare...ma penso anche a tutti i problemi che questi devono affrontare lavorando sul campo con poche risorse e riuscendo comunque a trovare una parola e un modo gentile per assistere gli utenti.

Penso a tutti gli operatori sanitari che, anche se hanno un po’ di mal di gola, devono andare ugualmente a lavorare fino a che non ricevono l’esito positivo del tampone, rischiando nel frattempo di infettare i colleghi e i pazienti, ma lo devono fare perché manca personale e altrimenti il servizio si bloccherebbe.

...e di nuovo penso a quanto sono privilegiato...io che posso sospendere un paziente dalla fisioterapia per 14 giorni se sento che tossisce anche solo mezza volta...io che posso chiudere lo studio in via precauzionale anche se sto bene perché voglio avere la coscienza tranquilla...le persone vengono a fare fisioterapia per stare meglio, non per prendersi una malattia, quindi anche se c’è solo un mezzo rischio ipotetico preferisco non lavorare visto l’inevitabile contatto ravvicinato e prolungato durante i trattamenti.

...e pace all’anima del mio portafoglio...quest’anno con tutte le chiusure e considerando che passo più tempo a fare triage e a disinfettare che a fare terapie il mio fatturato è tanto sceso da far ridere...ma non importa...la salute vien prima!...e poi ho ricevuto i 2.200 euro di contributo del governo...e mi danno anche il 29% di credito d’imposta sugli acquisti dei D.P.I...quindi posso fare i salti di gioia!

 

Adesso attendo di fare un ulteriore tampone di controllo prima di poter riaprire bottega…Ho osservato ossessivamente le norme di sicurezza...lavorando mi sono sempre lavato mani e arti superiori 80 volte al giorno con il gel alcolico fino ad irritare la pelle...ho sempre tenuto la mascherina (praticamente anche per bere il cappuccino) e fin qui la cosa ha funzionato...ma il rischio e la sfortuna sono sempre in agguato...può capitare a tutti per quanto si stia attenti!...e comunque rimanere qualche giorno a casa fa bene: ora non mi prudono più gli avambracci!

Incrocio le dita sperando che la salute dei miei familiari migliori e che io tenga duro sennò qua casca il palco.

 

Auguro a tutti un buon Natale…sperando che i vaccini prossimamente in arrivo plachino questo virus malefico e che il 2021 possa così finalmente ridurre le distanze e consentirci di abbracciarci nuovamente...anche se adesso c'è ben poco da festeggiare arriverà il momento in cui tutto questo sarà finito e potremo di nuovo riunirci, sparare fuochi d'artificio e fare una vera festa!

 

Nel frattempo:

- mettete la mascherina e ricordatevi di coprire anche il camino

- lavatevi le mani molto di più di quanto facevate nel 2019

- evitate gli assembramenti, andate a camminare nella natura che fa bene alla salute e allo spirito

 

P.S.: ho cominciato a scrivere questo post alle 04:00 di notte...ho proprio tanto bisogno di normalità…e di dormire!